Sognavo di fare l’architetto, mi sono laureato con lode in medicina.
Chi sono
Complice del ripensamento fu un incontro casuale con un uomo di nome Gianni Ravasi.
Non un uomo qualunque, ma il protagonista dell’oncologia italiana di fine Novecento, maestro di chirurgia e guida di tutta la mia vita.
Mi piace ricordare il professore con il bisturi saldato al suo DNA per la sicurezza, la precisione e l’intuizione che l’hanno reso famoso nel mondo.
Per trent’anni ho lavorato al fianco di Ravasi nel reparto di chirurgia toracica di due simboli dell’eccellenza oncologica italiana:
- l’Istituto nazionale dei tumori, prima;
- Humanitas, poi.
In quegli anni pionieristici per la cura del cancro, ho avuto il privilegio di collaborare con Umberto Veronesi e Gianni Bonadonna, figure carismatiche che infondevano entusiasmo e passione in un giovane medico come me.
La predilezione per la chirurgia mi è stata subito chiara nel corso degli studi, e in particolare per quella oncologica perché è salvavita e non solo funzionale.
Mi aiuta nella professione una naturale predisposizione all’azione che esprimo bene anche nello sport e, probabilmente, nella musica se avessi trovato il tempo di suonare l’adorato sax.
Dal mio maestro ho imparato a ricercare sempre la via della chirurgia “gentile”, meno invasiva e demolitiva, per salvaguardare la qualità della vita del paziente.
Una sfida che oggi proseguo con l’ausilio della robotica e di altre promettenti prospettive aperte dall’innovazione chirurgica.
I miei numeri
La chirurgia oncologica è, e rimane da sempre, il primo interesse e il mio campo di ricerca.
Nei vari anni della mia carriera ho avuto la fortuna di entrare in contatto con numerose personalità che hanno ampliato la mia esperienza sia come chirurgo ma soprattutto come medico.
Basti pensare agli anni della mia carriera in cui lavoravo all’Istituto Nazionale Tumori, in cui ho eseguito oltre 1.400 interventi, sia di chirurgia toracica, quindi trattando il polmone e il mediastino, sia di chirurgia generale, trattando patologie oncologiche a carico dell’esofago, dello stomaco e del colon, sia, infine, di otorinolaringoiatria, operando nel distretto del collo.
Dal 1996, anno in cui ho cominciato la mia attività in Humanitas, in avanti ho effettuato oltre 4.500 interventi da primo operatore, che per me equivalgono ad altrettanti pazienti che ho avuto il piacere di incontrare e che hanno riposto la loro fiducia in me.
Grazie ai chirurghi di altre specialità con cui sono entrato in contatto, in particolar modo nei mei anni in Humanitas, sono riuscito ad estendere la mia attività chirurgica anche verso quelle patologie considerate da molti chirurghi non affrontabili.
Sono autore o coautore di oltre 130 pubblicazioni scientifiche per esteso, su riviste internazionali indicizzate su Pubmed, con:
- Impact Factor complessivo = 331.1;
- H-Index = 31.
Negli anni più recenti mi sono dedicato soprattutto alla chirurgia degli stadi avanzati del tumore polmonare e dei tumori mediastinici.
I miei incarichi
Con orgoglio e rispetto, continuo a seguire le orme di Ravasi non solo come primario del reparto di chirurgia toracica di Humanitas, ma anche in qualità di presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori di Milano e Monza Brianza, associazione che guido dopo il suo mandato trentennale e quello di un’altra straordinaria oncologa: Franca Fossati Bellani.
L’esperienza in una realtà associativa nata nella culla dell’oncologia italiana, l’Istituto dei tumori di Milano, è il completamento di un percorso professionale e personale al servizio dei malati, che sono lo sprone per me e per tutti i medici a continuare a lottare per sconfiggere il cancro.